Il carattere degli anni Ottanta tra abito e abitazione | Elle Decor

2022-10-22 20:37:57 By : Mr. leo LIU

Tinte al neon e geometrie assolute firmate Florim disegnano atmosfere Eighties a colpi di ceramica

Il successo della nuova commedia americana, il lancio di MTV, l'uscita di Thriller - il sesto album di Michael Jackson, il più venduto di tutti i tempi -, la prima Mountain bike, Top Gun e l'era (anche) dei Paninari. Gli anni Ottanta sono il tempo del mito, decennio sovversivo e di rottura che si manifesta nel suo totale edonismo con la cultura e l'adorazione del mass market, tra icone della musica idolatrate, vedi Madonna, e gadget della tecnologia santificati da un bagno di popolarità poco selettivo, dall'home computer al Dolce forno. Nella moda, mentre le spalline mettono la testa al centro di due scultoree geometrie esuberanti, il piumino diventa il feticcio della vita in città e, ça va sans dire, della socialite di montagna. Le chiome cotonate fanno eco al tratto deciso del make-up, mentre il culto del corpo fa lo slalom tra lezioni di aerobica e riviste tutte muscoli. La casa, di riflesso, diventa il tempio di Postalmarket, accogliendo ogni tipo di elettrodomestico conosciuto, strati di moquette e materiali a contrasto, legno e metallo su tutti. L'ornamento non cede, quindi, il passo al minimalismo, sposa il colore e geometrie al neon. Caratteristiche che oggi, conserva e rielabora il settore della ceramica: è sufficiente uno sguardo veloce alle collezioni di Florim per capire come e perché il sentimento che ci lega agli Eighties sia pura (e bellissima) nostalgia.

Tipicamente maschile, il tweed esce dal cappello geniale di Gabrielle Chanel negli anni Venti, per diventare, soprattutto, sotto la supervisione di Karl Lagerfeld, cifra stilistica della maison francese. Dai primi anni Ottanta, infatti, il Kaiser della moda ne reinventa trame e utilizzi, impiegando il tipico tessuto inglese per giacchette e gonne a tubino che ri-definiscono i contorni della femminilità. L'intreccio sottile della sua trama affascina, oggi, differenti applicazioni decorative, tra cui i motivi della ceramica: la collezione Euridice di CEDIT – Ceramiche d’Italia (marchio di Florim), ad esempio, riprende della particolare stoffa di lana le sottili tracce di colore lasciate dai fili. Disegnata da Giorgio Griffa, la serie di eleganti ceramiche di rivestimento intende "proporre un sublime impiego del grès porcellanato che, assimilato a una tela grezza,", come spiegano dall'azienda, "definisce un'opera che resta al contempo parziale e infinita".

Nel luglio del 1983, Christian Dior presenta in passerella la sua primavera-estate Haute Couture: tra i capi immaginati da Marc Bohan, spiccano alcuni abiti dal forte impatto geometrico. Lo stilista, famoso per i suoi disegni ingannevolmente semplici, tratti dall'immaginario decorativo degli anni '20, ripete come un unico motivo dei triangoli, ora più piccoli, ora più grandi. L'effetto finale è un gioco di linee che rimanda, con un salto di tempo e un salto di settore, alla fantasia di Matrice di CEDIT, collezione confezionata da BRH+ | Barbara Brondi & Marco Rainò. Ispirata alle architetture moderniste italiane, le ceramiche si uniscono e confondono realizzando geometrie effetto wallpaper: "amiamo la materia del cemento, la sua versatilità, il suo aspetto austero ed essenziale", aggiungono i designer. "Sulle superfici progettate abbiamo aggiunto dei segni grafici legati al gesto umano della tessitura e del ricamo".

Scaldamuscoli in lana, body in Lycra e fuseaux ultra-tecnici: tutti rigorosamente fucsia. Se gli anni Ottanta fossero un colore, con molta probabilità, sarebbero un magenta chiarissimo, al limite del bubble pink. Dall'abbigliamento athleisure ai look di Jane Fonda, passando dai blazer di Yves Saint Laurent agli abiti di Lady D, il rosa più rosa che conosciamo fa da sfondo a tutto il decennio. Oggi, allo stesso modo, è diventato scenografia insolita anche per lo spazio domestico, dove irrompe con lampi di tonalità fluo e piccole nicchie piene di colore. A sua volta, la ceramica di Florim accoglie il fucsia come sfumatura della sua Buildtech/2.0, contenitore di superfici in gres fine porcellanato, declinabile in&outdoor, che promuove il vigoroso binomio tra la neutralità del cemento e il carattere deciso di cromie sature destinate all'architettura.

Più inosservato passa, infine, il grigio, la nuance che negli anni dell'ufficio-cubicolo spopola nello spazio del lavoro così come nel guardaroba, per elevarsi a vero e proprio status sociale. Tra tailleur maschili e completi eleganti da indossare con i gomiti sulla scrivania, gli occhi sul desktop e le mani appoggiate sul telefono fisso, il colore che unisce il bianco al nero fa tandem con le silhouette della sartoria anche nella definzione del power dressing. In casa, oltre ogni tendenza, il rivestimento tinto di grigio è senzatempo: protagonista indiscusso del concetto più moderno di total living, nella collezione Atmosphères di Florim interpreta l'effetto pietra. Arricchito da piccoli organismi e residui marini fossilizzati, il tappetto ceramico racconta una storia millenaria, stratificata anno dopo anno nella roccia, per restituire ai luoghi della quotidianità quel senso immortale che è proprio della natura.