Le pale eoliche galleggianti sono il futuro energetico? - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

2022-10-22 21:08:16 By : Mr. Jason Wang

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I grandi impianti di eolico offshore galleggianti si diffonderanno in tutto il mondo

A dieci miglia da Aberdeen, in Scozia, 5 gigantesche pale eoliche torreggiano sul Mare del Nord, ognuna è alta quanto i grattacieli  di Canary Wharf nei docklands londinesi. Si tratta di Kincardine, il parco eolico galleggiante più grande del mondo che ha risolto un enigma ingegneristico dimostrando come l’eolico offshore possa diventare una fonte di energia veramente globale.

In gran parte del mondo, il fondale marino sprofonda improvvisamente vicino alla costa, impedent do di realizzare pale o eoliche offshore convenzionali per le quali sono necessarie fondamenta di cemento e che quindi possono essere innalzate solo in acque relativamente basse, fino a circa 60 metri circa di profondità.

La soluzione sembra ovvia:  installare pale eoliche su delle piattaforme galleggianti, ma le forze in gioco e le sollecitazioni che queste infrastrutture dovrebbero sopportare sono spaventose. Per esmpio, le paleo eoliche di Kincardine devono resistere alle mareggiate più forti e alle tempeste più violente del Mare del Nord.

Non a caso, il successo della tecnologia dell’eolico offshore galleggiante si basa sull’esperienza della Gran Bretagna (e del Portogallo) nell’ingegneria offshore, affinata nello sviluppo delle piattaforme che estraggono  petrolio e gas nel Mare del Nord.

Ogni pala eolica sorge in cima a tre enormi galleggianti cilindrici dipinti di giallo brillante e saldati tra loro in una piattaforma triangolare, ogni lato della quale è lungo 67 metri.

Greg Campbell-Smith, di Principle Power, la compagnia britannica che ha sviluppato la tecnologia della piattaforma, spiega a BBC News che «Questa non è una struttura passiva. I galleggianti devono adattarsi ai cambiamenti del vento e delle condizioni del mare. Con vento forte la torre “sbanda” o si allontana per il  vento. Una rete di pompe e valvole sposta la zavorra liquida tra i tre cilindri galleggianti per riequilibrare la piattaforma e impostare la turbina nell’angolo ideale per il vento. Sotto la superficie, cavi sottomarini appesantiti fissati a enormi ancore assicurano che la piattaforma sia saldamente fissata al fondo del mare. La struttura di Kincardine dimostra il potenziale dell’eolico galleggiante. Produce ogni anno abbastanza elettricità per alimentare 35.000 case britanniche».

Ma questo avveniristico campo eolico deve affrontare una forte concorrenza: aziende di tutto il mondo stanno ora realizzando progetti per piattaforme eoliche galleggianti e a settembre l’Amministrazione Usa di Joe Biden ha stanziato 50 milioni di dollari di nuovi finanziamenti per incoraggiare le imprese statunitensi a installare 15 GW di eolico galleggiante nei mari Usa entro il 2035. La Casa Bianca ha detto esplicitamente che «L’obiettivo è quello di ridurre i costi del 75% e aiutare gli Stati Uniti a diventare leader nell’eolico offshore».

C’è sicuramente un enorme mercato potenziale e lo stesso Climate Change Committee (CCC) un organizzazione indipendente che fornisce consulenza climatica ed energetica al governo britannico prevede che circa la metà dei 100 GW di eolico offshore che saranno installati entro il 2050 saranno su piattaforme galleggianti.

Secondo le stime di RenewableUK, «La tecnologia potrebbe fornire 43 miliardi di sterline di attività economica, impiegando fino a 29.000 persone».  E le prospettive globali sono ancora più promettenti.

Si stima che circa due terzi del potenziale eolico offshore degli Stati Uniti si trovi in ​​acque profonde, l’80% dei fondali marini europei è accessibile solo utilizzando la tecnologia galleggiante e anche gran parte del mare al largo del Giappone è profondo». Intanto, solo nell’ultimo anno i progetti per realizzare eolico galleggiante sono raddoppiati e ora ammontano a 180 GW.

L’Offshore Renewable Energy Catapult, un centro di ricerca del Regno Unito per la tecnologia eolica offshore, calcola che «L’eolico galleggiante è destinato a diventare un mercato globale da  400 – 5000 miliardi di sterline entro il 2050».

Per ora il grosso problema è il costo: un kilowattora di eolico galleggiante arriva all’incirca a costare quanto nuova energia nucleare. Ma, a differenza dell’energia nucleare che è il modo più costoso e pericioloso di produrre energia,  l’eolico offshore non è pericoloso ci si aspetta che i suoi  costi crollino con la crescita del mercato. Potrebbe seguire lo stesso trend del costo dei pannelli solari che dal 2010 sono diminuiti del 90% perché il fotovoltaico è stato implementato su larga scala. Anche l’eolico offshore convenzionale ha visto notevoli riduzioni dei costi.

Ma l’industria eolica avverte che saranno necessari investimenti per mantenere le promessa di questa nuova tecnologia pulita: richiede porti profondi con enormi spazi di lavoro per consentire la produzione e l’assemblaggio delle vaste strutture galleggianti. Mentre le piattaforme petrolifere e del gas vengono ordinate e costruite singolarmente una tantum, le piattaforme eoliche galleggianti dovranno essere costruite in serie, con una linea di produzione: i parchi eolici galleggianti più grandi saranno costituiti da 100 o più piattaforme.

Il governo del Regno Unito ha promesso 160 milioni di sterline per rafforzare le infrastrutture portuali del Paese, ma RenewableUK ritiene che saranno necessari maggiori investimenti.

La BBC fa notare che «Sebbene la Gran Bretagna sia il primo Paese a dispiegare con successo l’eolico galleggiante su vasta  scala, ci sono limiti alla sua capacità di raccogliere i frutti dei suoi sforzi. Boris Johnson voleva che il Regno Unito diventasse “l’Arabia Saudita del vento” – possedendo la maggior parte della sua industria energetica – ma il suo vantarsi suonava sempre vuoto. La maggior parte delle turbine del Regno Unito sono costruite da lavoratori britannici ma in fabbriche e parchi eolici di proprietà e gestiti da aziende straniere».

Ma l’industria è fermamente convinta che l’eolico galleggiante rappresenti un’enorme opportunità per il Regno Unito e Dan McGrail, amministratore delegato di Renewable UK, conclude: «Tutto quel che sta accadendo qui sotto la superficie del mondo è qualcosa in cui il Regno Unito può davvero essere un master. E’ incredibilmente eccitante perché significa l’apertura dell’eolico offshore all’intero globo».

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