Sirius-AIK: differenti culture ma stessa identica passione per il tifo | Sport People

2022-10-22 20:28:01 By : Mr. zhengjun li

Di nuovo in Svezia, di nuovo in questo regno del Nord Europa. È il mio quarto soggiorno nel paese scandinavo in un anno e come sempre, il calendario dell’Allsveskan, la massima serie calcistica locale, è la mia personale bussola in questi viaggi. In un anno ho avuto la possibilità di girare un po’ il paese e vedere già sei stadi in cinque città diverse. Oggi prendo il treno dalla stazione centrale di Stockholm per Uppsala, quarta città della Svezia con 180.000 abitanti, parte della provincia dell’Uppland. In neanche 40 minuti percorro i 70 km tra i due centri e mi trovo in una stazione così moderna da far pensare a quelle della Germania come fosse un paese povero.

Upssala è famosa per le sue università, la sua prima facoltà fu fondata nel 1477 ed attualmente il 20% della popolazione è costituita da studenti. Il centro è piccolo ed in questo mese di ottobre la temperatura e gradevole, 13 gradi che permettono di percorrere a piedi le sue strade. Decido di fare un giro turistico, il centro ha un’impronta più moderna e non ha niente di particolare, bisogna varcare il fiume Fyrisan per scoprire la parte più antica. Qualche bandiera con i colori del Sirius nei pressi di un caffè annuncia la partita per cui sono venuto. Ma sarà difficile cogliere altri segnali della passione calcistica per la squadra locale. Arrivo dunque alla cattedrale, luogo di sepoltura della famiglia reale svedese, dove si trova la tomba del Re Gustav Vasa. Pochi minuti dopo raggiungo il castello d’Uppsala, edificato nel 1549 e raso al suolo quasi completamente da un incendio nel 1702, per poi essere ricostruito nel 1740.

L’edificio reale domina la città, come giusto che sia, ma la particolarità non è il panorama o i bei colori autunnali della natura, bensì alcuni canti che già riecheggiano stranamente nell’aria, nonostante la partita sia prevista fra due ore. Semplicemente i tifosi dell’AIK hanno noleggiato una specie di pub all’aperto per ritrovarsi, bere e cantare insieme.

L’ASK, Allmänna supporterKlubben in svedese (o club di tifosi aperto a tutti) è un organizzazione ombrello che raduna tutti i tifosi, dai più tranquilli agli ultras del AIK. La società giallonera è una delle tre più grandi società calcistiche (ed anche polisportive) della capitale svedese. L’AIK (che sta per Allmänna Idrottsklubben, appunto Club Polisportivo aperto a tutti) è nato nel lontano 1891 come club di atletica a Solna, città che oggi è stata inglobata nella periferia nord-ovest della capitale. La sua sezione calcistica ha visto la luce nel 1896 e già nel 1900 vince il suo primo scudetto. Nel 1924 viene poi istituito l’Allsvenskan che è ancora oggi la denominazione con cui è conosciuto il massimo campionato calcistico locale. L’AIK conta nella sua bacheca 12 scudetti, l’ultimo nel 2018 ed 8 coppe di Svezia.

Dopo una passeggiata di una decina di minuti, arrivo al pub e vedo centinaia di giovani in nero bere ed ascoltare techno. C’è un DJ che mette musica e la gente beve tantissimo. Rimango sempre impressionato della quantità di alcool che gli svedesi riescono a bere. L’alcool qua costa parecchio perché è venduto dallo Stato in negozi particolari (i Systembolaget) dall’inizio del 20° secolo. L’idea era quella di controllare al massimo il consumo di alcolici con tasse alte ma questo non ha mai proibito agli svedesi di bere e lo si nota anche oggi, fra una parte dei tifosi evidentemente sotto effetto dell’alcool. Per controllare il tutto ci sono agenti di sicurezza privata e persino i due SLO (Supporter Liaison Officer) dell’AIK. Diverse persone li salutano, sono due ex tifosi importanti e dunque il rapporto è molto disteso. Accompagnano sempre la tifoseria sia in casa che in trasferta per garantire una migliore accoglienza delle richieste del tifo organizzato, ma anche del resto del popolo giallonero.

Esco da questo posto e prendo la strada del parco. Noto i poliziotti svedesi che sorvegliano a distanza che l’evento al pub si svolga nelle migliori condizioni. La polizia è abbastanza discreta in Svezia ma sempre presente. Dopo qualche minuto arrivo allo Studenternas Idottsplats (campo sportivo degli studenti). C’è uno striscione appeso dietro la curva locale dove c’è scritto in svedese: «Valkommen tiller Akens Garde» (Benvenuti nell’Akrens Garde, il nome della gradinata locale ed il posto dove si è costituito il Sirius nel 1907). Lo stadio è moderno ma non troppo. È stato inaugurato nel 2020. Ricostruito sullo stesso sito del vecchio impianto che era del 1909. La struttura è in gran parte in legno (le due curve e la gradinata) mentre la tribuna, più grande, è in cemento. La sua capienza è di 10.000 posti ed è totalmente coperto.

L’amico Viktor mi ha rimediato l’accredito, lo ringrazio ed entriamo nella tribuna con 45 minuti d’anticipo sul fischio d’inizio. Lo stadio appare molto funzionale, l’impressione è che sia piccolo ma alla fine è commisurato alla tifoseria locale. Che la capienza sia perfetta per il Sirius, lo si evince anche dal fatto che la media spettatori, in questa stagione, è fin qui stata di 5.600. Oggi ovviamente c’è quasi il pienone con 9.331 spettatori sugli spalti. Stockholm è vicina ed il settore ospite è pieno in ogni ordine di posto, ma anche in tribuna ed in gradinata noto parecchi tifosi dell’AIK. Il loro numero è stimato in quasi 5.000 unità, cioè la metà circa dei presenti.

Le due squadre in campo hanno ambizionI diverse. Per l’AIK, quinto in classifica, l’idea è di quella di puntare al terzo posto che vorrebbe dire qualificazione europea mentre il Sirius sogna solo la permanenza in Allsveskan, visto che la società nerazzurra è sempre stata nelle categorie inferiori del calcio svedese. Nel 1907, nel momento di massima crescita dello sport nel paese, questo club viene fondato ad Uppsala, una piccola città con 23.000 abitanti ma che può già contare diverse società sportive, FK Uppsala, Thor, Heimdal e Uppsala IF. Il 9 agosto 1907, nasce la nuova società ma senza un nome che rimane per qualche tempo in bilico fra Svartbäckens Idrottsklubb o Idrottsklubben Spurt, fino a quando il 5 aprile 1908, viene finalmente scelto il nome di IK Sirius (IK per Idrottsklubben). Una società non solo sportiva ma che organizza letture, eventi musicali ed anche di canto. Il Sirius non ha un vero e proprio campo sportivo all’inizio, gioca in diversi posti per poi finalmente, qualche anno dopo, eleggere a dimora lo Studenternas, primo vero campo sportivo di Uppsala.

Il Sirius è come detto una società polisportiva, una prerogativa questa di tante grandi società svedesi, basta vedere lo stesso AIK, il Djugardens o l’Hammarby. Il Sirius ha diverse sezioni: atletica, calcio, bandy, nuoto, pallanuoto, sci, salto con gli sci, pattinaggio, lotta, canoa, tennis e ciclismo!

Il calcio per la squadra nerazzurra inizia sul serio solo nel 1914 (a tal senso, bisogna precisare che la prima partita di calcio in Svezia si gioca nel 1890). Nel 1917 il Sirius finisce secondo nel campionato regionale della Uppsvenska e arriva invece in semifinale nel campionato nazionale. Nel 1924 dunque la squadra conosce il suo apice quando arriva in finale della Svenska Mästerkarpet, che perde purtroppo 5 a 0. Poi il nulla, con un lungo anonimato di circa 40 anni in cui giocherà tra il secondo ed il quarto livello del calcio svedese fino al 1968 in cui raggiunge finalmente l’Allsvenskan. Piccola parentesi, come ho già spiegato in un altro articolo sul calcio svedese, per via del forte freddo che investe soprattutto la parte settentrionale del paese, la stagione calcistica dal 1959 si gioca entro l’anno solare, specificatamente tra i mesi di aprile e novembre. Questa promozione in massima serie è però solo un fuoco di paglia, perché la squadra retrocede immediatamente e per un periodo si ritroverà a fare l’altalena fra le categorie deragliando in un nuovo lungo anonimato durato altri quattro decenni, fino al 2016 quando finalmente e più stabilmente ritrova l’Allsveskan.

Queste ultime cinque stagioni ai massimi livelli del calcio svedese hanno permesso alla tifoseria locale di cambiare. In una città come Uppsala con tanti studenti, di fatto forestieri che non s’interessano alla squadra locale, con le tre grandi squadre di Stockholm a neanche un’ora di mezzi pubblici, è difficile riscontrare o alimentare interesse per il Sirius. Da due anni però, si è costituito un gruppo di giovani ultras sotto il nome di ACM, cioè Alpha Canis Majoris. Per quelli che non sono appassionati di astronomia, Sirius, il nome della società, è un riferimento alla stella polare (chiamata appunto Sirius in latino o Sirio in italiano) che letteralmente significa splendente. Sirio è la stella più brillante del cielo e viene anche chiamata Alfa Canis Majoris, da cui deriva appunto il nome del gruppo ultras. Accanto a loro ci sono altri gruppetti di tifosi attivi, ma che non son propriamente ultras. Diversi sono gli striscioni e le bandiere di club che danno appoggio agli ACM, il primo è quello dei VU (per Vännerna Uppsala), un tifogroup (come li chiamano in Svezia), cioè tifosi che aiutano nelle scenografie e/o colorare la curva. Si notano anche le bandiere delle BSY (per Blasvarta Systrar), un gruppo di ragazze che si e costituito nel 2021 per sostenere i nerazzurri in maniera più attiva, ed infine c’è la nuova generazione con gli Uptown Youngsters.

Di fronte, il settore ospite è strapieno e venti minuti prima della partita gli ultras dell’AIK cominciano a cantare, riscaldando le loro ugole. Noto che i canti partano dal centro, dove si vedono gli striscioni da trasferta dei due gruppi ultras del AIK: SI per i Sol Invictus e UN02 per gli Ultras Nord. Accanto a loro c’è uno striscione grande con la scritta bianca Ivan Turina e il volto dell’ex portiere dell’AIK. Il croato ha vestito la maglia giallonera per quattro stagioni, dal 2010 al 2013. Il 2 maggio 2013, quando aveva solo 32 anni, Turina è morto nel sonno per aritmia cardiaca. Un evento chiaramente molto impattante in termini emozionali e collettivi. Da allora la tifoseria giallonera, al 27° minuto in virtù della maglia numero 27 che indossava il portiere, canta sempre un coro in suo onore.

Ultimo ma non ultimo, sulla sinistra c’è lo striscione della Black Army, gruppo storico di tifosi dell’AIK, attivo dal 1981. Definirli ultras è sbagliato, ma non sono neanche un semplice club. Diciamo che sono dei tifosi molto attivi che nel decennio 1980 erano anche violenti, ma negli anni ’90 l’ala più oltranzista ha lasciato la Black Army per costituire un vero e proprio gruppo di hooligan, i Firman Boys. Per completezza bisogna anche menzionare sulla sinistra del settore uno striscione con la scritta Pertan, soprannome di Per Karlsson, difensore dell’AIK di 36 anni che alla fine di questa stagione concluderà la sua carriera calcistica. Dal 2003, Karlsson ha sempre giocato con l’AIK (tranne nel 2007, quando fu prestato per una stagione all’Atividabergs in Superettan dopo un infortunio) ed oltre che rappresentare l’esempio di giocatore sempre dedito alla maglia e al club (e per questo amatissimo anche dalla tifoseria), con oltre 400 apparizioni in maglia giallonera è anche il giocatore con più presenze nella storia dell’AIK.

Con la partita prossima ad iniziare è il momento dell’inno del Sirius a cui i tifosi locali partecipano con una sciarpata, anche se solo la curva ne propone una più o meno decente. Viene poi tirato fuori uno striscione in svedese con i colori nerazzurri che recita: «Fedeli alla tua città e alla tua squadra» a cui segue, con l’ingresso delle squadre in campo, una bella fumogenata nerazzurra. Unico neo è che il blu si mischia col nero che come colore predomina, ma proprio a voler essere pignolo…

Di fronte, nel settore ospiti, si vede una torcia solitaria dieci minuti prima del fischio d’inizio, poi, quando gli atleti mettono piede sul manto verde, una cinquantina di bandiere nero-bianco-gialle riempiono la parte destra del settore, con alcuni bandieroni e stendardi a far da contorno.

Il tifo locale è guidato dagli Alpha Canis Majoris, che con un megafono fanno cantare la gente pronta a sostenere il Sirius. Non sono tanti ma si danno da fare e per un gruppo giovane, non sono affatto male, specie in rapporto al contesto locale. Si nota subito però, e tutta, la differenza con gli ospiti, che da due decenni hanno due gruppi ultras al seguito. Difatti la macchina giallonera che era in fase di riscaldamento già nel pre partita, fa in pieno il suo dovere durante i 45 primi minuti senza sosta alcuna. Il loro tifo non è spettacolare ma quando vogliono farsi sentire con tutto il settore, riescono alla grande e mettono in mostra un gran bel potenziale. Gli ultras gialloneri hanno due megafoni e un’ottima coordinazione tra i due gruppi ultras. Poi ci sono diversi bandieroni che saranno sventolati per accompagnare il tifo vocale. Ultima cosa importante, ci sono tanti ragazzi molto giovani. E anche le ragazze allo stadio ci sono e come, sia svedesi che di origine straniera. La Svezia infatti per anni è stata terra di accoglienza e per questo nei ranghi delle tifoseria non c’è il cliché del solito tifoso svedese biondo, ma l’immagine riflessa di una società multiculturale ed aperta con tutte le influenze che l’attraversano. Bisogna anche dire però che il regno ultimamente è andato verso una chiusura, dopo i successi elettorali dell’estrema destra che hanno portato la società svedese verso una maggiore segregazione, in linea con buona parte dell’Europa, ma lo stadio rimane sempre un posto dove tutti si ritrovano indistintamente.

Il primo tempo finisce a rete inviolate e approfitto della pausa per scendere nell’ufficio stampa. Torno qualche minuto prima del secondo tempo al mio posto, giusto in tempo per una bellissima torciata con cui gli ospiti accolgono il ritorno dei giocatori in campo. In Svezia la pirotecnica è vietata ma gli ultras si nascondono con passamontagna per evitare di finire sotto il compromettente obiettivo video-fotografico delle forze dell’ordine. È raro che le stesse intervengano sugli spalti per prendere qualcuno sul fatto ed è molto meglio così. Il tifo degli ospiti prosegue bene, mentre sento meno quelli del Sirius, fino al 60°, quando segnano il primo goal ed esplode la festa per i tifosi di casa, con due fumogeni accessi per enfatizzare il momento.

La curva locale espone due striscioni di carta nei secondi quarantacinque. Uno, è facile intuire, si esprime contro i giornalisti. Tutto il mondo è paese si potrebbe dire: due settimane fa infatti, un giornale locale, l’UNT (Uppsala Nya Tidning) ha mandato un giornalista nel settore degli Alpha Canis Majoris e ne è scaturito un articolo abbastanza grottesco che l’amico Viktor mi ha descritto come uno dei peggiori scritti in Svezia sul tifo organizzato. Per tutta la partita si vedono anche due stendardi con la sigla FCK UNT (Fuck Uppsala Nya Tidning).

Sul campo l’AIK prova a raddrizzare la gara e al 76° riesce a pareggiare, per la grande gioia dei tifosi ospiti. Il settore giallonero capisce che deve innestare la quinta per sperare nella vittoria, ma la partita non cambierà più risultato, un punto con cui il Sirius vede sempre più vicino il sogno della permanenza, ma non rammarica troppo gli ospiti che hanno l’Europa ancora a portata di mano.

Esco dello stadio felice e sorpreso rispetto alle mie aspettative. Non mi aspettavo granché da questa partita, invece è stata davvero un buon mezzo per capire più a fondo il tifo svedese. Nonostante la distanza e le differenze culturale esistente tra Scandinavia e mondo Mediterraneo, anche in Svezia hanno saputo riprendere il modello italiano ed adattarlo ad una società completamente diversa. La gente qua è molto più tranquilla e meno esuberante, questo è certo, ma la passione per il pallone e per la squadra è sempre la stessa, a tutte le latitudini e l’organizzazione ultras permette sempre di esprimere al meglio questa malattia chiamata tifo.

Purtroppo oggi è andata in scena un’ennesima vigliaccata.Ci era stato promesso che 140 biglietti mancanti per la partita di stasera sarebbero stati recuperati dal settore …